Stile di vita

C’è Tempo: il nuovo (adorabile) film di Veltroni che riflette su un tema a me caro

Dal 7 marzo nelle sale il nuovo film di Walter Veltroni: C’è Tempo, riflessione sull’essere (o non essere bambini) e su un legame speciale…

Come sapete un paio di settimane fa sono stata a Milano a conoscere Walter Veltroni e parlare con lui del suo nuovo film, C’è tempo.

Non sapevo (e nemmeno le mie colleghe) praticamente nulla sul film, tenuto top secret e che uscirà solo domani 7 marzo al cinema, nè tantomeno avevo idea di che tipo di uomo e regista mi sarei trovata davanti.

Beh, devo dire che Veltroni è un uomo di grande cultura ed affabilità, che conosce praticamente tutto del cinema (Ettore Scola è stato il suo mentore) e che non a caso ha riempito C’è Tempo di citazioni cinematografiche che gli appassionati come me ameranno tantissimo.

Ma veniamo al film, che ancora una volta tocca un tema caro al regista: i bambini. Perchè qui di bambini tra i protagonisti, anche se all’inizio non sembra, ce ne sono due.

C’è Giovanni, 13enne di ricca famiglia romana e con una cultura che nemmeno io a 60, che all’inizio del film apprende la notizia della morte dei genitori e c’è Stefano (Stefano Fresi), quarantenne che di lavoro fa il ricercatore di arcobaleni e che di responsabilità non ne vuole sapere.

Due mondi opposti, ma connessi: il loro padre è lo stesso e alla morte designa Stefano, il figlio abbandonato da piccolo, come tutore.  Accettando la tutela di Giovanni, Stefano potrà beneficiare di un lascito a suo favore e per questo non se lo fa ripetere due volte, convinto (anche dalla moglie) di mandarlo poi in collegio.

E invece… Invece la vita è strana e a volte ci fa regali inaspettati. Il loro sarà un percorso di recupero verso la loro vera età, grazie anche all’incontro con Simona (la cantante Simona Molinari) e la figlia.

Questo tema mi tocca molto per due motivi; il primo è che io sono sempre stata poco “bambina”, forse schiacciata da responsabilità un pò pesanti, dato che a 12 anni già vivevo da sola con mio padre e a 16 definitivamente da sola. Devo dire che a farmi recuperare il “bambino interiore” sono state propio le mie bambine con la loro spontaneità e la loro voglia di vivere a mille!

Il secondo motivo è che di fratelli molto più piccoli ne so davvero qualcosa: figlia di una coppia separata, mia sorella ha 19 anni meno di me e mio fratello addirittura 23. Con mia sorella c’è un bellissimo rapporto, dove spesso i ruoli si invertono perchè è lei, con la sua “incoscienza” che si prende cura delle mie bimbe (hanno solo 9 anni di differenza)… E loro ovviamente non vedono l’ora!

Insomma, C’è Tempo mi ha fatto tanto emozionare e sì, anche commuovere (ma tanto lo sapete che io piango sempre;)

 

Post in collaborazione con Vision Film Distribution

 

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